lunedì, novembre 14, 2005

Schiele


Ho scoperto questo libro:
Egon Schiele, Ritratto d'artista, SE, 16 euro


Raccoglie poesie e pensieri di Schiele, vivamente consigliato.



"Se intendo conoscermi interamente dovrò leggere in me stesso, dovrò sapere ciò che voglio, non soltanto quello che succede in me, bensì fino a che punto sono capace di vedere di che mezzi dispongo, di quali sostanze misteriose, di quanto ciò che conosco, che finora ho riconosciuto in me, sono composto.
Mi vedo evaporare ed esalare sempre di più, le vibrazioni della mia luce astrale diventano sempre più rapide,più immediate, più semplici e simili ad un ampia compressione del mondo.
Così attingo da me stesso sempre di più, sempre altro, cose che sembrano ancor più infinite, affinché l'amore che costituisce il tutto mi arricchisca e mi conduca verso quel punto da cui istintivamente vengo attratto".


"Ho visto campi altalenanti tagliuzzati/ in mozziconi minuscoli/ da migliaia di punti dispersi nel giallo/ specchi di stagni e morbide nuvole "


"Finalmente! Finalmente! Finalmente! Finalmente un alleviamento della pena! Finalmente carta, matite, pennello, colori, per disegnare e scrivere. Sono state atroci queste ore crudeli, confuse, indistinte, informi, monotonamente grigie, che ho dovuto trascorrere privo di tutto, nudo tra freddi muri spogli "


domenica, novembre 13, 2005

Persone

Diane Arbus: Child with a toy hand grenade in Central Park, N.Y.C.1962

Diane Arbus: King and Queen of a Senior Citizens Dance, N.Y.C.1970

Diane Arbus: Xmas tree in a living room in Levittown, L.I.1963
E' o non è un genio 'sta ragazza?

lunedì, novembre 07, 2005

Umberto Galimberti

Di Umberto Galimberti, da La Repubblica delle Donne, 2/luglio/2005

Dopo aver allentato i legami sociali e i vincoli affettivi, per l’esasperato individualismo ed egoismo che si va diffondendo nella nostra cultura, oggi incominciamo a pagarne i costi in termini di tragedie umane e di inutile dispendio economico.

Se un bambino è un po’ vivace e turbolento, magari perché è chiuso in casa e non ha spazi di gioco dove sfogarsi, o perché bloccato in un’aula di scuola cinque ore al giorno con spazi ricreativi che si riducono a dieci minuti di pausa, invece di creare strutture dove possa esprimere il suo bisogno di muoversi, gareggiare, primeggiare, viene etichettato come affetto da un “disturbo da deficit di attenzione con iperattività” e, con questa diagnosi, inviato da uno psicologo o curato con farmaci.
Se una mamma non ce la fa più a seguire i suoi bambini nel chiuso di un appartamento, dove il vicino è uno sconosciuto, in quella solitudine che le sequestra e le aliena il suo corpo, il suo tempo, il suo spazio, il suo sonno, la sua vita sociale, e a un certo punto arriva, se non ad ammazzare il figlio, a crescerlo con aggressività o profonda stanchezza e demotivazione, invece di creare strutture educative, nidi, asili, scuole a tempo pieno, le si appioppa una diagnosi di “depressione” e la si manda da uno psicoterapeuta cui versa l’equivalente in denaro della retta di una struttura educativa, che consentirebbe al figlio di crescere bene socializzando, e alla madre di non perdere la stima di sé.

Ho letto recentemente sul Daily Telegraph che in America l’80 percento della popolazione usufruisce di cure psicoterapeutiche...

per l'articolo completo http://www.retesociale.it/archivio_news_2005/articolo_galimberti.htm

domenica, novembre 06, 2005

Il signor Valéry












Il signor Valéry era piccoletto, ma faceva molti salti.
Spiegava:
"Sono uguale alle persone alte, solo che per meno tempo".
Ma ciò costituiva per lui un problema.
Più tardi Il signor Valéry si mise a pensare che, se le persone alte saltassero, lui non le raggiungerebbe mai in verticale. E un tale pensiero un pò lo avvilì. Più per la stanchezza, tuttavia, che per questa ragione, Il signor Valéry un giorno abbandonò i saltelli. Definitivamente.
Qualche giorno dopo, uscì per strada con uno sgabello.
Ci si metteva sopra e rimaneva lassù, fermo, a guardare.
"In questo modo sono uguale agli altri per molto tempo. Solo che non posso muovermi".
Ma non si convinse...

Il signor Valéry - Gonçalo M. Tavares

giovedì, novembre 03, 2005