domenica, gennaio 16, 2011

Cos'era

I
Era impossibile da immaginare, impossibile
da non immaginare; la sua azzurrezza, l'ombra che lasciava,
che cadeva, riempiva l'oscurità del proprio freddo,
il suo freddo che cadeva fuori da se stesso, fuori da qualsiasi idea
di se' descrivesse nel cadere; un qualcosa, una minuzia,
una macchia, un punto, un punto in un punto, un abisso infinito
di minuzia; una canzone, ma meno di una canzone, qualcosa che
affoga in se', qualcosa che va, un'alluvione di suono, ma meno
di un suono; la sua fine, il suo vuoto,
il suo tenero, piccolo vuoto che colma la sua eco, e cade,
e si alza, inavvertito, e cade ancora, e cosi' sempre,
e sempre perche', e solo perche', essendo stato, era...

II
Era l'inizio di una sedia;
era il divano grigio; era i muri,
il giardino, la strada di ghiaia; era il modo in cui
i ruderi di luna le crollavano sulla chioma.
Era quello, ed era altro ancora; era il vento che azzannava
gli alberi; era la congerie confusa di nubi, la bava
di stelle sulla riva. Era l'ora che pareva dire
che se sapevi in che punto esatto del tempo si era, non avresti
mai piu' chiesto nulla. Era quello. Senz'altro era quello.
Era anche l'evento mai avvenuto – un momento tanto pieno
che quando se ne ando', come doveva, nessun dolore riusciva
a contenerlo. Era la stanza che pareva la stessa
dopo tanti anni. Era quello. Era il cappello
dimenticato da lei, la penna che lei lascio' sul tavolo.
Era il sole sulla mia mano. Era il caldo del sole. Era come
sedevo, come attendevo per ore, per giorni. Era quello. Solo quello.


Mark Strand

lunedì, giugno 22, 2009

mercoledì, maggio 27, 2009

War of the Gods - Billy Paul



The time has come, for bad things to end
The time has come, for life to begin
The time has come for the War of the Gods

Lucifer, oh lucifer
God of evil, you're the god of hate
We see you every day
Father of the light
Your main man died
When the light shines
You run and hide
The darkness is when you find your light
Master of tricks,the master of pain
I said;
You're the one, you're the one who has no shame
Lucifer, Sa-tan the devils your name
Do you have time to get your army ready
You know love conquers all
Will you stand, will you stand
Or will you fall
The time has come
For bad things to end
The time has come
For life to begin
The time has come
For the War of the Gods

God is just a title
It's like calling somebody father,
Preacher, President or General
Allah, Buddha, Hare Krishna,
Jehova, just the mention of you
Some people even call, call Jesus God too.

Love, Peace and Eternal Life
Is every word
To anyone who knocks on your doors

There’s only one God that’s true

You know,
The name is not the same
One day the people of the world
Will know your Great Name
You are the Strong
And you are The Mighty
I hope I’m with you
When they start the fighting
The War of the Gods

Love, Peace and Eternal Life
Is what I want
Love, Peace and Eternal Life
Is what I want

God, God
You are The Strong
And you are The Mighty
I hope I'm with You
When they start the fighting
Lawd!

Lucifer,
Satan, the devil your name,
Have you had time,
to get your army ready?
to get your army ready?


Lucifer, god of evil
Hey, we see you everyday:
The father of the light
He knows you start to running hot

The darkness,
Is where, is where, is where, is where, is where
Gotta talk ‘bout you because thats you find youre the light

God!

God!
You make me feel so good this morning

God!

We gon talk about,

Lucifer, lucifer, lucifer, lucifer,

God....Kicked you out of heaven
cause you didn’t pay your rent.

God.....Kicked you out of heaven
cause you didn’t pay your rent.

God.....Kicked you out of heaven
cause you didn’t pay your rent.

And He is The Strong
He is The Mighty…

giovedì, marzo 12, 2009



E dei mortali
non fe' parola alcuna: anzi distruggere
tutta quanta volea la stirpe loro,
ed una nuova seminame. E niuno,
se togli me, si oppose al suo disegno.
Io n'ebbi ardire. E gli uomini salvai
dal piombare nell'Ade, allo sterminio.
Per questo in tali pene io son fiaccato,
dure a soffrire, misere a vedere.
Perché pietà degli uomini sentii,
indegno io stesso parvi di pietà;
e in questi lacci dolorosi stretto,
offro tal vista miseranda a Giove

Eschilo, Prometeo incatenato

lunedì, febbraio 23, 2009

Camus sulla guerra d'Algeria

Algeri, 22 gennaio 1956: (...) Su questa terra sono riuniti un milione di francesi, stabilitisi qui da un secolo, milioni di musulmani, arabi e berberi, installatisi da secoli, parecchie comunità religiose, forti e vive. È in questo luogo dove si incrociano strade e razze , dove li ha collocati la storia, che questi uomini debbono vivere insieme. Possono farlo, alla sola condizione di venirsi incontro reciprocamente di qualche passo, in un libero confronto. In questo caso le nostre differenze dovrebbero esserci d'aiuto, invece di contrapporci gli uni agli altri. Per parte mia, qui come ovunque, credo soltanto nelle differenze, non nell'uniformità. Perché le differenze sono le radici senza le quali l'albero della libertà, la linfa della creazione e della civiltà, inaridiscono. (...)

Si immagini quel che accadrebbe se il nostro tentativo fallisse. Sarebbe il divorzio definitivo, la distruzione di ogni speranza, e una sventura di cui ora abbiamo appena una pallida idea. Quelli tra i nostri amici arabi che oggi stanno coraggiosamente accanto a noi in questa "no man's land" dove si è minacciati su due fronti e che, lacerati interiormente, hanno già tante difficoltà a resistere a tentazioni sempre più forti, saranno costretti a cedere e si abbandoneranno a una fatalità che annienterà ogni possibilità di dialogo. Direttamente o indirettamente, entreranno nella lotta, mentre avrebbero potuto essere artigiani della pace. È dunque interesse di tutti i francesi aiutarli a sfuggire a tale fatalità.

Ma, allo stesso modo, è diretto interesse dei moderati arabi aiutarci a sfuggire a un'altra fatalità. Se infatti falliamo nel nostro tentativo e diamo prova di impotenza, i francesi liberali che pensano si possa far coesistere presenza francese e presenza araba, che credono che tale coesistenza renderà giustizia ai diritti degli uni come a quelli degli altri, che sono sicuri, in ogni caso, che essa soltanto possa salvare dalla miseria il popolo di questo paese, quei francesi saranno ridotti al silenzio. (...)

Ecco il duplice pericolo che ci minaccia, il rischio mortale davanti a cui ci troviamo. (...) Ecco perché il mio appello sarà di un'urgenza assoluta. Se avessi il potere di dare una voce alla solitudine e all'angoscia di ciascuno di noi, è con quella voce che vorrei parlarvi. Per quel che mi riguarda, ho amato con passione questa terra dove sono nato, da lei ho attinto tutto quel che sono, e non ho mai fatto distinzioni, nelle mie amicizie, tra gli uomini che la abitano, di qualunque razza siano. Benché di questa terra io abbia conosciuto e condiviso le miserie, che non le mancano, è rimasta per me la terra della felicità, dell'energia e della creazione. Non posso rassegnarmi a vederla diventare per chissà quanto tempo la terra dell'infelicità e dell'odio.

So che le grandi tragedie della storia, con il loro orribile volto, spesso esercitano una fascinazione sugli esseri umani, che restano immobili di fronte a loro senza riuscire a prendere una decisione, se non quella di attendere. Aspettano, e un giorno la Gorgone li divora. Io vorrei farvi condividere la mia convinzione che tale incantesimo può essere spezzato, che quell'impotenza è un'illusione, che la forza del cuore, l'intelligenza, il coraggio bastano per dar scacco al destino e a volte per rovesciarlo. Basta soltanto volere, non ciecamente, ma con una volontà ferma e meditata.

Ci si rassegna troppo facilmente alla fatalità. Troppo facilmente si accetta di credere che dopo tutto solo il sangue fa compiere passi avanti alla storia e che il più forte, in questi casi, avanza a scapito della debolezza dell'altro. Forse questa fatalità esiste. Ma il compito degli uomini non è quello di accettarla, né di sottomettersi alle sue leggi. Se l'avessimo accettata nelle età più remote, saremmo ancora alla preistoria. Il compito degli uomini di cultura e di fede non è, in ogni caso, né disertare le lotte storiche, né mettersi al servizio di quel che c'è in esse di crudele e di disumano. È quello di resistere, di aiutare l'uomo contro quel che lo opprime, di favorirne la libertà contro le fatalità che lo accerchiano.

venerdì, febbraio 20, 2009

domenica, novembre 02, 2008

Oxala


Madredeus

giovedì, ottobre 16, 2008